Counterlight Gourmet

La Controluce è roba per palati fini.
Dallo chef Pier Paolo Cornieti, riceviamo e pubblichiamo 4 gustosissime ricette.
E’ un piatto “proibito” ancora in uso nelle Antille. Viene preparato di nascosto in osterie fatiscenti, alla presenza di scommettitori incalliti e violenti.
Fatto
Metti sui fornelli un grande pentolone molto largo, del diametro di almeno 80 cm. Riempilo per 3/4 con acqua di mare.Buttaci un piccolo pescecane e un pesce gatto, entrambi vivi. Si scatenerà subito una zuffa incontenibile. Accendi il fuoco e quando l’acqua prende calore metti una copiosa quantità di riso che, cuocendo e ingrossandosi, renderà più difficile l’inseguimento del pesce cane nei confronti del pesce gatto. Vince chi ha puntato sul pesce cane se questi riuscirà a raggiungere il pesce gatto prima che il riso li cementi in una morsa mortale. In caso contrario vince chi ha puntato sul pesce gatto.
Conclusione
Grazie all’interessamento del WWF le autorità locali hanno finalmente proibito le scommesse. Ma non il piatto.
Antefatto
Dicono che questa straordinaria ricetta sia pura invenzione di Ugo Tognazzi. Fu presentata una sera del 1981 in casa dell’attore. Presenti Adolfo Celi, Gastone Moschin, Renzo Montagnani e un timido Gualtiero Marchesi.
Fatto
Affetta molto finemente della buona trippa e mettila nel cestello di unalavatrice nuova di zecca, mai usata prima. Aggiungi fettine di carota, fagioli bianchi di Spagna, chiodi di garofano, salsa di pomodoro e sale grosso. Metti del buon olio di oliva nell’alloggiamento dell’ammorbidente. Riempi la vaschetta del detersivo con del grana grattugiato. Accendi la lavatrice alla massima temperatura e programma una cottura di almeno un’ora. Quando la trippa è cotta aziona la centrifuga e servi direttamente nei piatti dei commensali attraverso il tubo di scarico.
Conclusione
Racconta Gualtiero Marchesi che dopo cena Tognazzi abbia cercato invano di far entrare la lavatrice nella lavastoviglie.
E’ una delle ricette più folli che io abbia mai avuto modo di conoscere. Ne parla De Sade nei suoi diari infantili durante una vacanza in Camargue, ospite degli zii, nell’inverno del 1755. Il piatto veniva preparato di nascosto, assieme ai cugini e qualche amico fidato. Ora che conosci l’autore della ricetta, puoi decidere di non andare oltre con la lettura.
Fatto
Prendi un bel pollo, spennalo delicatamente in modo che resti vivo. Tuffalo nell’acqua gelida fino a quando non prende una violenta broncopolmonite.In questi casi al pollo viene subito una febbre altissima (ndr: se è d’allevamento, la febbre raggiunge anche i 60°). Portalo al centro della tavola adagiato in una cesta di vimini non troppo alta. A questo punto, metti una vongola per volta sotto le sue ascelle. Diciamo ali. Se le vongole sono freschissime si apriranno dopo un minuto. Gustale così, in modo naturale.
Conclusione
Se proverai questa ricetta potrà sorgerti il problema del pollo dopo che sono finite le vongole. I casi sono due: o lo curi con degli antibiotici o lo festeggi (alla diavola, al curry…) il giorno dopo.

Pollastra alla Giovanna D’Arco
Antefatto
Piatto sacrilego. Ebbe un certo successo presso i Borgognoni (quelli che tradirono la Santa) dal 1431 fino al 1630, anno in cui fu proibito in Francia da Giovanna Francesca Fréimont de Chantal, fondatrice dell’ordine della Visitazione. Allora le pollastre venivano racchiuse vive, prima del supplizio, in un’armatura da pollo realizzata ad hoc. Oggi puoi usare della buona carta stagnola al posto dell’armatura, ma ti raccomando di non utilizzare una pollastra viva.
Fatto
Prendi una pollastra, meglio se accusata di stregoneria, salala dentro e fuori, cospargila con un trito di ginepro ed estragone e poi rivestila con un triplo strato di carta stagnola, molto aderente. Infila la pollastra in uno spiedo e posizionala al centro dello stesso. Prepara un foro in un’ampia lastra di pietra all’aperto e infilaci laparte terminale dello spiedo in modo tale che possa restare in piedi. Metti alla base dello spiedo e tutt’attorno legnetti secchi e resinosi. Accendi il fuoco che alimenterai per 15 minuti. Poi capovolgi lo spiedo e fai crepitare le fiamme per altri 10 minuti. Toglila dal fuoco, liberala dalla carta stagnola e ti troverai di fronte a una pollastra perfettamente arrostita, fragrante di umori e sapori.
Conclusione
Per qualcuno è un ottimo piatto, altri sostengono che sia di cattivo gusto. Chi avrà ragione?

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commenti

1 commento

  1. wilma de angelis scrive:

    yumm.. che appetito che mi mettete! sì, lo so, i programmi di cucina in tv oggi sono inflazionati, invece ai miei tempi…

    però, se ritornerò sul piccolo schermo, posso avere woodman o brezaola come aiutanti?

    tanti cari saluti

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